Treviso si trova a metà strada tra la Laguna di Venezia e le colline del Prosecco.
Le origini della città sono molto antiche.
Già molti secoli prima della conquista romana della regione, qui si stabilirono popolazioni venete che la scelsero per la ricchezza di acque.
Nel periodo romano fu un importante centro commerciale sulla via Postumia che collegava Genova con Aquileia.
Ma per 4 secoli, dal 1389 al 1797 (arrivo di Napoleone), fu felicemente sotto il dominio di Venezia.
Le tracce di questo sodalizio sono evidenti in città, sia commercialmente che artisticamente.

Treviso è detta “Città d’acqua” o “Piccola Venezia” perchè pur essendo in terraferma, è attraversata e circondata dall’acqua di due fiumi: il Botteniga ed il Sile.

Nel 1500, una grandiosa opera di ingeneria idraulica, suddivise il Botteniga in vari rami (detti cagnani) che sfociano nel Sile nella parte parte meridionale della città.

Sia il Botteniga che il Sile sono fiumi di risorgiva, ossia nascono dal sottosuolo.
A differenza di quelli che sgorgano dalle sorgenti di montagna, mantengono sempre la stessa portata, senza pericolo di alluvioni o periodi di secca.
Questa caratteristica fece sì che Treviso divenisse importantissima per la prosperità di Venezia.

Per via fluviale infatti Venezia riceveva il frumento macinato nei più di 300 mulini della Marca Trevigiana attivi all’epoca e il legname proveniente dalle Alpi che serviva per costruire le fondamenta delle case in laguna oppure gli scafi delle navi.

In realtà, il fiume Sile è stato la via di collegamento principale tra l’area della Marca Trevigiana e Venezia fin da dall’epoca preistorica.
Dalla prima metà del XIII secolo poi, diverse fonti attestano la presenza di grandi imbarcazioni da trasporto sul Sile, tra cui i caratteristici “burci”.

I burci erano imbarcazioni larghe a fondo piatto, nate per il trasporto fluviale di merci.
Le strutture portanti erano in legno duro e resistente all’umidità, mentre le parti soggette agli urti in legno dolce, più elastico.
La parte esterna dello scafo, immersa nell’acqua era impregnata di pece di colore nero ed i fianchi venivano decorati di colori vivaci.
L’utilizzo dei burci e di altre imbarcazioni da trasporto, perdurò in Veneto sino al 1970 circa, successivamente su soppiantato dal trasporto su strada.

Il Cimitero dei Burci

I burci inutilizzati vennero poco per volta abbandonati lungo le sponde del Sile.
In un ansa del fiume poco fuori Treviso centro, lungo la pista ciclabile” Restera”, se ne possono trovare a decine abbandonati in quello che è chiamato appunto “Il Cimitero dei Burci”.

Un altro scorcio del “Cimitero dei Burci”.

Il Cimitero dei Burci

È un luogo molto poetico, l’ultima dimora di queste imponenti e massicce imbarcazioni che per secoli hanno trasportato merci da Venezia in terraferma.
Qui trovate la geolocalizzazione.

Possiamo quindi comprendere quanto indissolubilmente la vita di Treviso fosse legata all’acqua, o meglio al commercio fluviale, soprattutto con Venezia.

Molti sono i punti in città in cui tutt’oggi si può apprezzare questo connubio con l’acqua, qui sotto i più caratteristici ed i miei preferiti, da non perdere passeggiando per il centro storico di Treviso:

  • l’Isola della Pescheria, circondata dal Cagnan Grando (uno dei rami del Botteniga) dove, tutti i giorni tranne la domenica e il lunedì, c’è il mercato del pesce proveniente dalla vicina laguna;
    Fu realizzata nel 1856, durante la dominazione austriaca della città, unendo in un’unica isola i tre isolotti naturali già presenti nel canale.
    su iniziativa dell’allora sindaco per volere dei cittadini, che non gradivano il mercato del pesce il Piazza dei Signori per via degli odori che generava.
L’isola della Pescheria, 1856

  • il Canale dei Buranelli, luogo chiamato così per via delle antiche abitazioni dove nel ‘500 vivevano alcuni commercianti provenienti dell’isola di Burano. Nella seconda metà di giugno è imperdibile è la Festa dei Buranelli, il sottoportico si anima di concerti, spettacoli di marionette e degustazioni della gastronomia locale;

Il ponte di ferro sul Canale die Buranelli
  • il Ponte Dante, lungo il quale si trova una stele che ricorda il lungo soggiorno del sommo Poeta in città durante il suo esilio da Firenze.
    Dante descrisse questo punto di Treviso in un verso della Divina Commedia (Paradiso, IX, 49), come il luogo «dove Sile e Cagnan s’accompagna» ad intendere che, a causa della diverse densità questi due fiumi si incontrano ma per un tratto non si mescolano;

Il Ponte Dante con la stele dedicata al sommo poeta.

  • il Ponte di S.Francesco, sul Cagnan Grando, dove in un misto di magia e suggestione, girano ancora due ruote del mulino appartenuto ai nobili veneziani Tron e poi ai conti Rinaldi, dove avveniva la pilatura del riso.
    Treviso sfruttava l’energia proveniente delle ruote dei mulini che giravano lungo i canali per macinare grano, ma anche per lavorare le pelli, per far funzionare i filatoi di seta, per pilare il riso, per produrre carta e per follare la lana.

Il mulino appartenuto ai nobili veneziani Tron.

La storia de la Casetta Gueshouse è strettamente legata all’acqua, su cui letteralmente poggia le fondamenta, come potete vedere dalla foto qui sotto.

Il canale Cerca, che costeggia “LA CASETTA GUESTHOUSE”.

Quello che vedete è il canale del Cerca, che sfocia una ventina di metri dopo nel Sile e che fa parte del Parco del Sile, zona protetta in cui è vietatissima la pesca.
Durante la bella stagione, con una barca a remi, si può partire da qui per fare un bel giro sul Sile.

Ti aspetto per scoprire assieme tutte le vie fluviali del centro storico di Treviso!

Alice

La Casetta Guesthouse
Only for Dreamers